
LA PASSIONE E' PIU' FORTE DI TUTTO
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"Quando mi si chiede di raccontare di me vado sempre un po’ in confusione, un misto di emozione e paura di risultare fuori luogo. Perché nel mondo del lusso sembra che le persone vere non esistano, quelle che si alzano presto al mattino per portare i figli a scuola o arrovellarsi su cosa preparare per cena o ancora cercare di dare il proprio apporto al benessere generale della giornata della famiglia.Io sono una di queste persone, sono nata in una famiglia agiata ma estremamente improntata alla normalità della vita di tutti i giorni.
Il mio percorso di studi è stato caratterizzato dai numeri, dalla matematica, dalla statistica. Nessuna sorpresa e nessuna delusione possono arrivare da tali certezze algebriche! L’esatto contrario del profumo che ho respirato fin da bambina, impregnato di creatività, idee, disegni, quotazioni dell’oro, Diamonds Report, commercianti di pietre, oggetti preziosi di ogni genere commissionati da sceicchi, da filantropi, da uomini d’affari. Ma anche da preoccupazioni sempre presenti col passare degli anni: l’ascesa delle stesse quotazioni, la diminuzione delle commesse, la lenta sparizione dei facoltosi estimatori del bello e dell’unico.
La Medetti Gioielli nasce a Milano nel 1920, fondata dai fratelli Giovanni e Anselmo. Successivamente guidata da Vincenzo (mio nonno) con i figli Angelo ed Enzo, mio padre. Ebbe diverse sedi nei pressi del centro di Milano, per assestarsi in via Victor Hugo, fronte Duomo, fino alla chiusura negli anni 2000.
La mia dunque è stata una lucida follia. Voler riesumare un marchio oramai chiuso da almeno 20 anni non è come cavalcare l’onda di una azienda familiare che passa di padre in figlio con continuità. Vuol dire salire su una barca che era attraccata da tanto tempo, non saltare su un’auto in cosa. Vuol dire spolverare un antico bellissimo oggetto, che non è mai stato tuo ma è sempre stato presente nella tua vita. Nessuno ti ha realmente insegnato a maneggiarlo, non sai quali siano i trucchi del mestiere e forse nemmeno le basi, perché non c’è più nessuno che possa prenderti per mano e guidarti, puoi solo con testardaggine imparare a usare la bussola e costruire il tuo sogno mattone su mattone come dopo un bombardamento.
Ricordo con affetto, ogni singola volta in cui mio padre accennava a raccontare con commozione il lavoro profuso per la creazione della Corona della Madonna della Consolazione nel Duomo di Paternò – lavoro durato 5 anni per plasmare nove chili di oro massiccio, cinquemila brillanti, dieci zaffiri, rubini e smeraldi – io ascoltavo quasi infastidita: mi sembrava il racconto nostalgico e commosso di un uomo di mezza età quando inizia a guardarsi indietro. Invece ora capisco che era la fierezza di aver lasciato qualcosa di importante su questa terra, e non perché prezioso, ma perché aver realizzato con tanto successo e riconoscimento un progetto ambizioso, in cui pochi avrebbero creduto, ti riempie di quella soddisfazione che dà veramente respiro all’esistenza.
Certamente, aver lavorato nel mondo del lusso in quegli anni, parliamo dal dopoguerra ai 70s, deve essere stato come prendere parte alla stesura di una favola che oggi sentiamo raccontare senza crederci poi del tutto. Una lunga epoca di rinascita generale, di opportunità, di libero spazio all’intraprendenza ed al coraggio di creare. Di desideri e precisi progetti per il futuro in cui credere ed a cui lavorare sodo, con la convinzione che il domani avrebbe riservato qualcosa di sicuramente migliore.
Ed è a quella particolare spensieratezza, gioia di vivere, leggerezza e fiducia nel domani che mi sono ispirata per decidere di cambiare completamente rotta riportando creatività e vita nel mio lavoro, incertezza, paura e preoccupazione coma mai prima d’ora. Perché oggi avere fiducia e ottimismo nei confronti del domani è da impavidi o forse da incoscienti, ma è ciò di cui più abbiamo necessità, per noi e per i nostri figli.
E’ l’onore della mia famiglia che voglio ripescare, di chi ha creduto per decenni nella forza della creatività e del duro lavoro. Ma anche, in particolare nelle prime collezioni, il genio dei primi stilisti e designers italiani che a partire dagli anni ‘60 hanno non solo immaginato la bellezza della donna nella moda, nel tessuto e nell’accessorio, ma soprattutto hanno impostato le basi di un bene immateriale che ancora oggi ha un valore inestimabile per l’intera economia italiana: hanno inventato il Made in Italy. Hanno CREDUTO nel Made in Italy.
Ed è questa carismatica e magica ambientazione, familiare storica e sociale, che mi ha fortemente spinta a rendere omaggio a questi pionieri attraverso delle creazioni uniche, preziose, artigianali e italiane. Ho incontrato sul mio cammino i maestri orafi Valerio Salvadori e Marco Frangini di Redò Florence 1989 (Firenze) ed insieme abbiamo immaginato le prime quattro collezioni ispirate ad altrettanti stilisti del panorama italiano. Non abbiamo usato i loro nomi anche per permettere all’estimatore di cogliere il giusto riferimento.
E questo per me è oggi il senso del bello e del lusso: poter scegliere un oggetto che abbia una storia, un significato, un valore estrinseco dato dalla sapiente unione di materiali preziosi e soprattutto un valore intrinseco dato dalla precisa volontà di dare voce all’artigianalità italiana ed alla sue radici. E credere fermamente che funzionerà. Tutto ciò permette davvero di indossare un’opera d’arte unica ed irripetibile.
Conscia del fatto che mi sto rivolgendo ad una nicchia affatto semplice da intercettare, sto puntando moltissimo sulla giusta comunicazione e divulgazione. Sono presente nello store di Firenze di Redò Florence 1989, su tutti i social e, importantissimo, sono presente con linee anche molto più semplici – sempre rispondenti ai miei imprescindibili standard – per accogliere anche le richieste del pubblico di ogni età: oggetti meno preziosi da indossare tutti i giorni ad ogni età.
E non solo, con i miei estrosi orafi abbiamo pensato una coloratissima linea di borse gioiello, in numero limitato al momento, create con la tecnica dell’uncinetto in materiali ricercatissimi, le quali mettono in bella mostra il simbolo delle rispettive tradizioni: un logo raffigurante la perfetta unione del Duomo di Milano e di Firenze. Ciascuna di queste borse ha a sua volta una magica storia di rinascita e caparbietà da raccontare.
Dal passato dunque ho raccolto tutti gli ingredienti per creare un concetto nuovo di bello e lussuoso: l’unicità, l’artigianalità italiana, la personalizzazione, la scelta di acquisto consapevole e la storia di tutti noi. Guardo avanti con fiducia, penso a molte altre storie da raccontare attraverso i miei gioielli e molte persone che sposeranno ancora i miei stessi valori."
Elena Medetti